ITIS "Michele Maria Milano"

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Scuola secondaria 2° grado - Polistena (RC)

Lezione-concerto di Francesco Cafiso

di Angelo Siciliano (Edicola di Pinuccio)

La lezione-concerto di Francesco Cafiso a Polistena »

POLISTENA – Fuori della porta del preside c’è quel verso di Danilo Dolci “Ciascuno cresce solo se sognato”. Al piano di sopra, il sax di Francesco Cafiso suona “Dream a little dream of me”. E ai ragazzi la star del jazz confida: “Fin da bambino ho conosciuto persone che hanno creduto in me, io però non ho mai smesso di studiare”. Un inatteso e palpitante regalo di Natale agli allievi dell’Itis di Polistena, la lezione concerto che Cafiso ha tenuto la mattina del 19, poche ore prima di esibirsi con Dino Rubino all’Autunno in jazz. Lo stesso pianista ha accompagnato Cafiso nell’incontro all’Itis. Il dirigente scolastico Franco Mileto parla della carriera del ventiduenne sassofonista siciliano come del “paradigma di chi partendo dal sud riesce a imporre la propria creatività su scala planetaria”. E, lo si accennava all’inizio, forse sta tutto lì il senso più profondo della missione educativa che la chiacchierata in musica con Cafiso ha evidenziato. L’idea che, soprattutto se cresciuti nel meridione, i ragazzi abbiano bisogno di essere sognati, perché vengano fuori le loro capacità, quella scoperta di sé che può piegare meglio la storia personale di ciascuno. “Dall’America porterei in Italia i corsi e le strutture pubbliche in cui i giovani possano coltivare la propria passione. Qui da noi i conservatori si sono aperti al jazz solo da quattro-cinque anni”, dice Cafiso, che parla di attitudini musicali ma il suo discorso vale per un’infinità di campi creativi. E si capisce come ormai solo dalle scuole potrebbe alimentarsi quello slancio culturale – anche presidio del senso di cittadinanza – indispensabile al riscatto sociale. Un laboratorio perenne che all’Itis, a guardar bene, portano avanti da tempo. “Ogni volta che vado a New York mi capita di imbattermi nello stereotipo dei meridionali mafiosi. Non ne posso più”, afferma il sassofonista che da quando aveva quattordici anni si esibisce in giro per il mondo con i jazzisti più importanti della scena internazionale. “Orgoglioso di essere siciliano”, ha sempre casa a Vittoria, umanissimo e sobrio, “sono stato fortunato a trovarmi nelle situazioni giuste”.